Il racconto della tre giorni di Bologna dalla delegata Nord e Centro America

Il riassunto della tre giorni di Bologna per la Costituente delle idee del 15-17 Novembre 2019 dalla delegata all’Assemblea estero, Isabella Di Valbranca, eletta nelle liste del Nord e Centro America e responsabile comunicazione del PD Stati Uniti. Il resoconto e’ stato pubblicato anche su La Voce di New York.

La tre giorni di Bologna darà al partito democratico l’identità che sta disperatamente cercando?

Da venerdì a domenica a Bologna si è svolta una kermesse di incontri, dibattiti, tavoli di lavoro che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, sale stracolme e grandi file fuori dal bellissimo Palazzo Re Enzo, nonostante la pioggia ininterrotta di sabato.  Gli ospiti che si avvicendano sono tantissimi, fra cui i sindacalisti Maurizio Landini (CGIL) e Annamaria Furlan (CISL) che ribadiscono la centralità del lavoro e chiedono che l’Ilva non chiuda, ripristinando lo scudo penale. Landini tuona dal palco: “Ai precari cosa importa della destra e della sinistra se con ogni governo rimangono sempre precari?” “Abbiamo bisogno di un nuovo statuto del lavoro”.  La Furlan pone l’accento sui decreti sicurezza “Dobbiamo avere il coraggio di cambiarli!”. Il dirigente sindacale della USB, l’italo-ivoriano da anni impegnato nella lotta per i diritti dei braccianti, Aboubakar Soumahoro ribadisce “Intorno alla paura sono state costruite mostruosità. La sfida nell’era dello smarrimento è tornare nei luoghi delle contraddizioni e capire e condividere umiliazioni e sofferenza”.  La professoressa Elena Cattaneo, farmacologa e biologa, ci racconta come “la negazione del metodo e delle competenze riempie lo spazio pubblico di narrazioni”, puntando il dito sulle fake news spacciate per scienza che ormai popolano internet. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma e fuoriuscito della prima ora del M5S, incita a portare avanti lo ius soli, ad avere coraggio e non copiare le agende altrui, perché “le scelte non vanno fatte per convenienza ma perché sono giuste”.

Ci sono anche due bravissime giovani donne fra i relatori: l’attivista e portavoce della comunità curda, Hazal Koyuncuer, che ringrazia il PD per il supporto e racconta di come i curdi stanno vivendo all’interno dei confini turchi e Imen Boulahrajane, economista, detta @imenjane su Instagram, dove ha 180mila followers (tra cui la sottoscritta) che seguono le sue lezioni e il suo attivismo. La sala Re Enzo, sempre strapiena, accoglie anche il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che dice “Gli italiani possono fidarsi di noi. In un tempo in cui troppi investono solo sulle emozioni, siamo un partito che vuole rendere più giusto il nostro Paese”. Interviene anche Eli Schein, ex eurodeputata, che fa un appello di “sinistra”: “Basta rincorrere il centro e i moderati. Ho controllato, stanno benissimo. È dall’altra parte che bisogna volgere lo sguardo”.

I tavoli di lavoro sono organizzati in modo da permettere ai partecipanti di scegliere gli argomenti a loro più congeniali e partecipare attivamente con un dibattito spontaneo che nasce nelle Q&A finali. Ciò che viene fuori è un immenso desiderio di partecipazione dei cittadini, un grido che viene dal basso, dai circoli e dalle associazioni, per un movimento di base che possa raggiungere strade e piazze contrastando la narrazione salviniana e la sua costante presenza sul territorio e sui social. La piazza piena di “sardine”, un nuovissimo movimento spontaneo e dalle grandi potenzialità, apartitico ma allo stesso tempo molto politico, è un esempio della presa di coscienza che c’è sempre bisogno di scendere in piazza e dire “noi ci siamo”, perché su questo si basa la democrazia.

Sabato sera in una location molto particolare, lo spazio DumBO, uno scalo ferroviario riqualificato, si svolge una cena di autofinanziamento per la campagna di Bonaccini, attuale presidente della Regione Emilia-Romagna. Bonaccini sta correndo una campagna elettorale molto accesa contro la candidata della Lega Bergonzoni, affiancata e supportata in ogni evento pubblico da Matteo Salvini. Alla cena han partecipato ben 2000 persone, tutte sedute ed erano molti i giornalisti presenti, da Da Milano, De Angelis a Floris, che ha anche moderato un incontro fra Zingaretti e Bonaccini.

Domenica invece l’appuntamento per l’Assemblea Nazionale era nell’enorme spazio F.I.C.O. dedicato ad Eataly. In una sala pienissima, con tanti che han dovuto seguire il suo intervento da monitor esterni, Nicola Zingaretti ha tenuto un appassionato discorso di più di un’ora in cui sembra aver recepito tutti gli input arrivati dagli interventi dei giorni precedenti. Zingaretti sta cercando di definire una nuova identità per il partito “dobbiamo mettere al centro la protezione delle persone, delle famiglie e dell’ambiente”. Il PD promette battaglia su alcune priorità: parità di salario fra uomini e donne, equo compenso, ius soli.  Zingaretti infatti rilancia con forza ius soli e ius culturae “ci batteremo con i gruppi parlamentari per far approvare lo ius culturae”. E rilancia ancora “vogliamo che si rivedano i decreti Salvini che accrescono le paure e le insicurezze degli italiani”. Ribadisce con forza che “Ilva non deve chiudere, senza se e senza ma”. Questo percorso di rinnovamento si conclude con l’approvazione del nuovo Statuto del partito, che vuole un PD più inclusivo, meno personalistico (viene stabilito che il segretario non dovrà automaticamente essere il candidato premier), plurale e collettivo, più presente nei territori a partire dai circoli e da nuovi “punti informativi PD”.

Si specifica anche che il Partito Democratico è antifascista, visto che disgraziatamente bisogna ancora dirlo in un’epoca che assiste a rigurgiti neofascisti e neonazisti in tutta Europa, in cui la senatrice Liliana Segre, ebrea sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, ha bisogno di una scorta. Certamente adesso c’è bisogno di mettere in partica le parole e decidere come portare avanti la propria agenda e i propri obiettivi. SI tratta di ritrovare un’anima e darla a questo governo giallo rosso oppure andare senza esitazione e paura alle elezioni. Non bisogna scegliere fra emergenze (Ilva o allagamenti) e ius soli, perché, come disse Scott Fritzgerald “il banco di prova dell’intelligenza è la capacità di tenere due idee opposte in mente allo stesso tempo e conservare la capacità di funzionare”.

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