Elezioni Com.It.Es. in USA: un risultato in Chiaroscuro

Finalmente il passaggio che ha portato alla formazione dei nuovi Comites si e’ concluso e possiamo provare a tirare le somme.

Cominciamo dal dato dei votanti: negli USA, su un totale di 206.960 aventi diritto, si sono registrate 12744 persone, poco oltre il 6%. Le schede pervenute ai consolati, ovvero i votanti sono stati in media circa il 4%. Per ripartizione, le percentuali delle schede arrivate sul totale degli aventi diritto e’ riassunto nella tabella seguente:

Circoscrizione                     % votanti
Washington                        3.08%
Boston                                6.96%
Chicago                              2.84%
Detroit                                 2.73%
Philadelphia                        8.82%
Houston                              6.12%
Los Angeles                        3.37%
Miami                                  3.45%
New York                            2.99%
San Francisco                    3.95%

 

E’ difficile, francamente, esaltarsi per questo risultato e una interpretazione e’ complicata, tuttavia un’analisi va fatta e provero’ ad elencare alcune delle ragioni delle difficolta’ incontrate.

Intanto io credo che il sentimento di disaffezione per un organismo che non veniva rieletto da 10 anni abbia prevalso su tutti gli strati della comunita’, un po’ perche’ qualcuno lo ha giudicato poco incidente nella vita delle persone , un po’ perche’ alcuni Comites, dopo cosi’ tanto tempo, erano effettivamente poco attivi e dunque, spesso, ci si e’ dimenticato del ruolo che essi possono assumere. Questo ha avuto un impatto notevole riducendo l’interesse soprattutto nei nuovi emigrati e nelle generazioni di mezzo.

Di certo, visti i numeri, il messaggio della rilevanza di questo organismo di rappresentanza non e’ passato, non certo per colpa dei consolati, qui negli USA le comunicazioni sono state mandate per tempo e piu’ di una volta, sia per posta diretta, sia via email, sia attraverso radio, televisioni e giornali locali. Ritengo piuttosto che abbia influito la serie di incertezze che hanno caratterizzato il processo attraverso il quale si e’ arrivati alle elezioni, da quella iniziale relativa alla data del voto, al rinvio della data stessa, all’ammissione delle liste solo in alcune circoscrizioni piuttosto che in altre. Insomma, un percorso accidentato che sicuramente ha minato la credibilita’ di queste elezioni. A questo si aggiunga il metodo di voto evidentemente poco chiaro, visto il dato delle schede nulle. L’esempio eclatante, da questo punto di vista, e’ certamente Los Angeles dove circa 1/6 delle schede pervenute sono state dichiarate nulle.

Non solo, ma fino all’ultimo, abbiamo ricevuto due tipi di domande da parte degli elettori: 1) cosa sono i Comites; 2) come ottenere informazioni sui candidati.

Puo’ essere che si sia trattato di persone distratte, tuttavia, non si puo’ non riflettere sul fatto che probabilmente non si sia fatta una campagna sufficiente, tanto piu’ in circoscrizioni estremamente larghe. Gia’ perche’ spesso ci si dimentica che mentre in Europa le circoscrizioni sono relativamente piccole, in aree come gli Stati Uniti una sola circoscrizione puo’ essere due, tre volte l’Italia, cosa che rende complessa la rappresentanza e di conseguenza impossibile l’interesse per un organismo che appare molto distante. Faccio un esempio concreto: la circoscrizione di Los Angeles comprende il New Mexico, l’Arizona, il Nevada e il Sud della California. Il solo New Mexico ha una superficie che e’ una volta e mezzo l’Italia. E’ vero che questo e’ uno Stato che ha una percentuale bassa di italiani, ma e’ evidente che il meccanismo difficilmente puo’ risultare inclusivo minando nelle fondamenta l’interesse per la partecipazione.

Negli Stati Uniti, i comites non hanno avuto storicamente una connotazione spiccatamente partitica, sebbene in generale fossero vicini al centrodestra. Il Pd degli USA ha voluto rispettare questa tradizione, portando tuttavia un contributo di rinnovamento che potesse legarsi alle associazioni e alla passione di cittadini interessati a dare il loro supporto di idee e competenze per la comunita’ italiana.

Da questo punto di vista il risultato e’ stato premiante. In California, nella circoscrizione di Los Angeles la lista piu’ vicina al centro sinistra ha ottenuto, per la prima volta nella storia dei Comites, la maggioranza. Allo stesso modo a San Francisco, nonostante ci fosse un’unica lista, erano pero’ riconoscibili persone afferenti al centrosinistra.

In queste due circoscrizioni, quasi tutti i candidati erano persone che si affacciavano per la prima volta ad una competizione di questo genere. Le loro competenze tuttavia sono state riconosciute dagli elettori, segno che il lavoro di preparazione fatto e il programma presentato per queste elezioni e’ stato apprezzato.

E’ un metodo, quello della proposta e del rinnovamento, che nel Pd degli USA stiamo portando avanti con forza, senza disperdere e anzi cercando di valorizzare un patrimonio di competenze largo anche tra chi non e’ iscritto al partito. Credo che sia questa la strada da perseguire.

Mi sembra doveroso, in conclusione, ringraziare a questo proposito la grande disponibilita’ dimostrata da parte di tutti i candidati, partendo dai simpatizzanti delle nostre liste, fino ai segretari di circolo e alla segreteria del Pd USA.

Sergio Gaudio
Segretario Pd USA

One comment

  1. peccato che non menzionate chicago
    dove il senatore non e` riuscito a presentare una lista
    forse gli viene piu` facile comprarsi i voti in altre citta`

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